libro

Mio caro pitone

Romain Gary | Neri Pozza | NARRATIVA

12,50 €

Cousin porta il cappello, un cravattino a farfalla giallo a pallini blu, sciarpa e soprabito. È vestito, insomma, come si conviene a uno che fa di mestiere lo statistico e passa la giornata a contare senza sosta. In ufficio, spasima per la signorina Dreyfus, una nera che viene dalla Guyana francese, bella con la sua minigonna e gli stivali di pelle a mezza coscia. Cousin, però, non ha mai tentato approcci diretti per una forma di delicatezza. Ogni tanto frequenta Marlyse, Iphigenie o Loretta, puttane di buon cuore che gli si appolipano addosso, lo guardano negli occhi e gli dicono: «Mio povero tesoro». Per non sentirsi, però, «un uomo con nessuno dentro», come dice il suo capufficio, Cousin ha escogitato qualcosa di meglio di fuggevoli abbracci a pagamento. Di ritorno da un viaggio organizzato in Africa si è portato a casa Gros-Câlin, un gigantesco pitone. Così, quando torna a casa inaridito dall'ufficio, trova finalmente sul letto, arrotolata, una creatura che dipende interamente da lui e per la quale lui rappresenta tutto. Ha acquistato anche una piccola topolina bianca per scaraventarla nelle fauci di Gros-Câlin. Poi quelle orecchie rosa, quel musino fresco hanno fatto breccia nel suo cuore. Biondina, così ha battezzato il piccolo animale, trascorre ora felice il suo tempo nel cavo della sua mano. Certo vi è un contrattempo da non poco nel convivere con Gros-Câlin. Quale donna si aggirerebbe in una casa con un pitone di due metri e venti la cui massima aspirazione è quella di arrotolarsi con affetto intorno a te, avvolgendoti dalla testa ai piedi? Di sicuro non la donna delle pulizie, la portoghese che non appena ha visto Gros-Câlin si è subito precipitata in polizia a dire che «monsieur è sadista, essibissionnista». E forse nemmeno la signorina Dreyfus. Prima opera firmata da Gary con lo pseudonimo di Émile Ajar e scritta con quella lingua storpiata, fatta di sghiribizzi e insofferenza alle regole, che troverà poi espressione piena in "La vita davanti a sé", "Mio caro pitone" è un magnifico libro sulla vacuità dell'esistenza contemporanea che ha reso impossibile la stessa «possibilità di un altro, di qualcun altro».

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