libro

Le otto montagne

Paolo Cognetti | Einaudi | NARRATIVA

18,50 €

Pietro è un ragazzino di città, solitario e un po' scontroso. La madre lavora in un consultorio di periferia, e farsi carico degli altri è il suo talento. Il padre è un chimico, un uomo ombroso e affascinante, che torna a casa ogni sera dal lavoro carico di rabbia. I genitori di Pietro sono uniti da una passione comune, fondativa: in montagna si sono conosciuti, innamorati, si sono addirittura sposati ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo. La montagna li ha uniti da sempre, anche nella tragedia, e l'orizzonte lineare di Milano li riempie ora di rimpianto e nostalgia. Quando scoprono il paesino di Grana, ai piedi del Monte Rosa, sentono di aver trovato il posto giusto: Pietro trascorrerà tutte le estati in quel luogo "chiuso a monte da creste grigio ferro e a valle da una rupe che ne ostacola l'accesso" ma attraversato da un torrente che lo incanta dal primo momento. E li, ad aspettarlo, c'è Bruno, capelli biondo canapa e collo bruciato dal sole: ha la sua stessa età ma invece di essere in vacanza si occupa del pascolo delle vacche. Iniziano così estati di esplorazioni e scoperte, tra le case abbandonate, il mulino e i sentieri più aspri. Sono anche gli anni in cui Pietro inizia a camminare con suo padre, "la cosa più simile a un'educazione che abbia ricevuto da lui". Perché la montagna è un sapere, un vero e proprio modo di respirare, e sarà il suo lascito più vero: "Eccola li, la mia eredità: una parete di roccia, neve, un mucchio di sassi squadrati, un pino". Un'eredità che dopo tanti anni lo riavvicinerà a Bruno.

Recensioni

CONSIGLIATO DA LUCA: La montagna in questo libro si fa metafora dell’anima, un luogo apparentemente immoto e tranquillo che sa divenire inferno nelle sue gole profonde, le slavine improvvise del distacco e della perdita, la crudeltà della solitudine e del rimpianto. Bella e crudele, la montagna, come l’anima, non è il luogo dove fuggire dall’esistere, bensì il posto dove sublimare il vivere e comprenderlo da un’altezza privilegiata e distaccata, accogliendo il silenzio del cuore, percependo il passare del tempo, imparando a conoscere l’asprezza della natura che se ignorata e non temuta ci può uccidere dentro, come fuori. Storia toccante e delicata sui rapporti affettivi, sul legame spesso contrastato tra genitori e figli, e su quello scelto, e non imposto, dell’amicizia, Le Otto Montagne è un romanzo commovente e profondamente personale che Cognetti dona al lettore senza ritrosie, un mettersi a nudo che non si scorda e lascia tanto, dentro il cuore e ai pensieri... Cognetti ci regala una magia, perché, come il vento fa il suo giro, anche la vita ci riporta là dove abbiamo lasciato, e ci permette, a volte, di fare chiarezza e mettere pace, almeno dentro di noi, agli affetti contrastati e irrisolti, ma non per questo meno importanti. E’ difficile non commuoversi, non sentirsi tornare bambini e pensare al proprio papà, a quanto poco ricordiamo dell’uomo, non del padre, con le sue paure, le debolezze, i suoi desideri disillusi e la sua malinconia; a quanto ci voleva bene, nonostante le difficoltà, a volte, nel dimostrarcelo... Di questa magia ringrazio Cognetti, con questo libro delicato e aspro al tempo stesso, ci dà un passaggio nel passato, ci denuda e riporta bambini, ci ridona gli affetti perduti, o solo un po’ sbiaditi dal tempo e dall’affannato vivere. LEGGI LA RECENSIONE COMPLETA SU: http://paginerecensioni.com/un-cuore-in-vetta-la-montagna-al-premio-strega/